Se due anni fa, nell’estate del 2019, si paventava la sesta estinzione di massa che avrebbe colpito un po’ tutto il biota della terra, e se l’anno scorso qualcheduno postesse aver pensato essere a rischio la sopravvivenza della specie Homo Sapiens (Linnaeus, 1758), quest’anno un altro allarme è stato sollevato in ZTR. A guardarlo da lontano il trend era già decisamento in calo, e su questa linea si è confermato: l’allarme, questa volta, è stato sollevato sulla eventuale estinzione del fratino, un piccolo piviero del Mediterraneo, o meglio sul pericolo che corrono i pulli del fratino dopo la schiusa delle uova sulle spiagge della riviera.
Alcuni nidi di fratino (Charadrius alexandrinus) erano stati avvistati nelle dune dietro al Ztr nel mese di maggio, e subito era partita un’ampia operazione di difesa e informazione alla quale, a modo suo, anche la Tenda Rossa all’apertura della stagione ha dato il suo contributo. Anche perchè il fratino è una vecchia conoscenza per la Tenda Rossa, ricordando la sua presenza in spiaggia il 22 giugno del 2008 (vedere immagini da flickr).
Giornata di sole, acqua fresca, tenda montata su canne in quanto i legni raccolti e nascosti a suo tempo dietro le dune erano irraggiungibili, essendo la zona ora transennata, sorvegliata, vigilata e quindi off limits.
La tredicesima stagione della tenda Rossa verrà ricordata per la presenza di Zeno, arrivato quasi da solo e certamente con le sue gambe. Le prove di avvicinamento erano già state fatte, con successo, il 2 giugno, data significativa.
Per cominciare una stagione ci vuole del materiale, ma quest’anno il raccolto di primavera era saltato. Quindi si parte in 3 a metà mattinata per vedere cosa offre la palizzata di Porto Corsini, e non delude affatto. Stanchi, sudati, accaldati, sotto il sole, e la Diana con le guancette rosse arriviamo fino alle dune della ZTR per scaricare tutti i rami raccolti.
A metà pomeriggio finalmente la Tenda Rossa sale. La giornata si svolge come deve essere un pomeriggio di mare in luglio: lunghi bagni, chiacchere, giochi di abilità come il lancio del freesbie a Matteo mentre scivola sullo skinboard, e decisi avvicinamenti tra la Diana e Samuele, il ragazzo selvaggio, che però, a volte, è distratto dalla sua passione per la pesca. Intanto Zeno perlustra la spiaggia libera in autonomia, con decisone e sicurezza.
Si prosegue, pari pari, la settimana dopo, cioè domenica 12 luglio 2020.
Se una giornata alla Tenda Rossa viene spesa per la maggior parte del tempo in acqua, tra tuffi, salti e capriole, sarà anche questo colpa del global warning?
Il Milanese, orfano dei Rudolfiani, quest’anno in versione apocalittica dice di sì. E anzi ha dedicato questa stagione estiva all’impegno quotidiano nel diffondere l’allarme e la consapevolezza riguardo la sesta estizione di massa che stiamo vivendo, proponendo un’azione immediata, o almeno un’attenta riflessione stesi sulla sabbia, al sole.
E la comparsa della cuscuta sulle dune proprio lì dietro di noi potrebbe essere un’agghicciante conferma? Cosa fa questo vampiro delle piante? Prima se le mangia tutte e poi, finito il cibo, muore.
E alla Tenda Rossa come la mettiamo? Beh, parlare di estinzione forse è un po’ eccessivo, però c’é da dire che quest’anno s’è vista poca gente cercare riparo e ristoro sotto l’ombra della tenda. Aspettiamo il prossimo prima di dedurre qualsiasi conclusione.
Apertura della stagione un po’ in ritardo, ma con importanti novità strutturali. Non essendo stato possibile recuperare né il materiale da costruzione accantonato la scorsa stagione in pineta, né i legni accatastati dietro le dune in primavera tra una mareggiata e l’altra, ci si è rivolti alle sempre presenti canne.
Quindi una Tenda Rossa ad 8 canne, 4 a coppie di 2 incrociate come si fa coi pomodori, e ben 4 usate come traverso a dare robustezza al tutto. Soluzione convincente, leggera, stabile e fattibile quasi sempre, visto che lungo lo stradello che va verso Luisa costeggiando la pineta le canne non mancano mai.
La giornata di festa è trascorsa tra giochi, degustazioni e chiacchere. Quindi aquilone al vento, bagni, tuffi, corse sulla sabbia contro la Diana pié veloce, e per finire le immancabili bocce.
Assaggi di frutta freddissima, come mirtilli, chicchi d’uva congelata, e il famoso pompelmo glacée, un must dell’estate 2019. Dopo la frutta un tocco di salato coi cappelletti ghiacciati secondo l’involontaria e questionabile ricetta del Pezzi.
Alle 19, dopo un’intera giornata di sole, erano finalmente cotte le uova alla Tenda Rossa, prelibatezza dell’estate, piatto versamente stagionale! Oggi apprezzate e magnificate anche dall’uomo tigre, e dalla sua ghiottona brigada.
Apertura della cucina da campo della Tenda Rossa in tarda mattinata, senza pensarci tanto e con l’azzardo di chi crede di avere in mano la formula per una cottura solare, e di chi teme che potrebbe essere l’ultima occasione; essendo ormai entrati in agosto l’estate potrebbe farsi da parte in quattro e quattrotto.
Le condizioni climatiche non erano delle migliori, mattinata col cielo leggermente velato, ma si spera per il mezzogiorno.
Il menu sarebbe un piatto nuovo e un classico: frittata di cipolle non fritta e uova alla non-coque.
Alle 11.30 la padella nera con coperchio di vetro viene messa sulla sabbia ad appassire la cipolla tagliata da dadini. Alle 12/12.15 4 uova in una terrina coperta da un pallicola trasparente e con un fondo di sabbia viene messa in forno.
Sulle 14 solo parte della cipolla si è inscurita, una parte viene tolta dalla padella per fare posto a 4 uova fresche, rotte e mescolate per fare la frittata, anche se la temperatura della sabbia non è altissima.
Alle 16 la frittata è chiaramente liquida, la prima ad essere accusata è la cipolla, con suo carico d’acqua ha assorbito troppo calore.
Anche il pomeriggio è velato. Si assaggia sulle 18, la frittata è rimasta liquida, quindi cruda. Le 4 uova alla non-coque sono pronte e buone, come lo scorso anno.
La Cristina consiglia di provare a tenere il cperchio un poco aperto prima di abbandonare l’ipotesi della frittata, cioé di verdura cotta insieme alle uova.
Il giorno dopo l’eclissi di luna del secolo ci si ritrova all’ombra della Tenda Rossa per condividere le esperienze e le visioni della notte oscura appena passata.
A suo modo la luna è stata ingannevole, portatrice di alcune sorprese, di piccole delusioni e di segni difficilmente interpretabili.
Chi ha seguito il richiamo della tecnica e dell’astronomia si è ritrovato bloccato dalla folla, senza poter raggiungere la meta ambita.
Chi l’ha presa con leggerezza si è ritrovato con la sorpresa lunimosa dell’uscita della luna dal cono d’ombra della terra, quando la nostra si è mostrata come un occhio extraterrestre, con l’iride bianchissima contro il resto della sfera ancora oscura.
Chi se ne è disinteressato completamente si è imbattuto in 2 sorelle a fare il bagno sotto la luna nerastra e in un tartaruga agonizzante, spiaggiata, e grande come un essere umano.
Erano anni che l’inaugurazione stagionale della Tenda Rossa non cadeva proprio il 2 giugno, giorno caro ai tendati, essendo una sorta di compleanno visto che la Tenda Rossa è stata fondata proprio il 2 giugno del lontano 2008.
Giornata perfettta, sole, poco vento, mare calmo e pulito, acqua quasi trasparente. Tenda montata in modo classico, con 2 pali e un traverso, ma un solo picchetto poichè il vento riusciva a sostenere la stoffa con facilità.
Stoffa col suo abituale colore rosso, oramai sbiadito sul lato esterno, a mostrare quasi con orgoglio il passare degli anni.
Giornata passata in tutta tranquillità tra chiacchere, modeste libagioni e giochi da spiaggia, oggi facilitati da un pallone, un frisbee e dalla solite e solide bocce.
Guest star della giornata Dedo, per caso e per la prima volta alla Tenda Rossa, la cui apparizione di buon augurio indica come sempre l’inizio della bella stagione.
Detta così sembrerebbe che tutto sia filato liscio come l’olio, ma dietro un tranquillo pomeriggio di mare possono nascondersi difficoltà da affrontare e impedimenti superati con il rotto della cuffia anche solo un attimo prima dell’attesa apertura.
Vediamo di chiarire. Nelle 2 mareggiate del novembre scorso, il vento nella pineta retrodunale, o retrotendale, ha abbattuto in sequenza due pini, il primo dal tronco sdoppiato ha sfiorato lo sdradello di accesso alla spiaggia libera, ma il secondo è finito proprio per coprirlo rendendo impossibile il passaggio. Poi durante l’inverno ignoti lavoratori hanno aperto tra i rovi una passaggio alternativo, una variante, che gira intorno alla chioma del pino caduto e consente di ragiungere la ZTR.
Variante che solo la settimana scorsa è stata resa transitabile dai mezzi col le ruote con colpi di zappa e gocce di sudore.
Durante l’inverno, come d’abitudine, erano stati accumulati rami spiaggiati come materiale da costruzione per tener su la tenda durante stagione estiva. Il 2 giugno al momento dell’apertura tale materiale non era più disponibile, molto probabilmente fatto sparire in una recente pulizia delle dune, ma per fortuna i legni della scorsa stagione, quelli nascosti in pineta il 14 agosto del 2017 per evitare i falo di ferragosto, erano ancora là, secchi, leggeri e ben collaudati.
Giornata prettamente ludica alla Tenda Rossa, vuoi per la presenza della Diana sempre piena di energia, vuoi per la bella giornata di sole, vuoi per la spiaggia ancora più libera del solito, vuoi per l’attesa del Ferragosto che chiama o impone, a suo modo, idee e iniziative.
Quindi giochi nell’aria con l’aquilone appena aggiustato con 2 canne, una come sostituto di un braccio della croce, scomparso, e una come boccola, per incastrare la prima canna agli altri 3 bracci di plastica.
Giochi con l’acqua con il tradizionale bagno in un mare calmo e caldo, seguito da un fluire continuo di spruzzi che uscivano da un fucile spara-acqua.
Giochi di equilibrismo per stare una spanna sopra la terra, camminando con circospezione su un palo montato a modi trave.
Giochi con il frisbie per farlo volare nell’aria rimanendo più o meno a ad un metro da terra, e senza nemmeno toccare la tenda.
Giochi con le bocce, che devono finire per terra, cadendo o rotolando il più vicino possibile al boccino,.
E infine giochi di fatica per accatastare in pineta i pali, le travi e i picchetti, sostegno della Tenda Rossa, e quindi nasconderli agli avidi occhi di chi stava scavando le buche per i fuochi di Ferragosto.
Giornata di esperimenti di cottura solare alla Tenda Rossa, utilizzando il forno naturale offerto dalle dune che fanno da ricovero ai pali della tenda durante tutta la stagione estiva.
A metà giornata la sabbia delle dune era sui 50 gradi, quindi stiamo parlando di un forno a bassa temperatura, a suo modo modernista per chi se ne intende.
6 uova al sole provando 5 tecniche differenti:
A) uovo al tegamino, quindi il rosso sul bianco, dentro un tegame di metallo scuro con coperchio di vetro
B) uovo col guscio dipinto di nero, utilizzando una crema all’aceto balsamico, dentro lo stesso tegame del caso A
C) uovo in un piccolo contenitore ceramico nero riempito di sabbia, in parte affondato nella sabbia e in parte en plein air
D) 2 uova in una terrina con un fondo di sabbia, la terrina chiusa da pellicola trasparente e contornata di carta di alluminio per realizzare un effetto specchio sui raggi del sole
E) uovo appoggiato sulla sabbia e chiuso da un vasetto di vetro, anche in questo caso il vasetto era contornato da carta di alluminio
I risultati dopo 6 ore circa di continua insolazione.
A) rosso molto cotto, mentre il bianco, essendo steso sul fondo, era quasi completamente evaporizzato, dell’albume restava una pellicola sottile pochi milllimetri, trasparente, secca ma appicicosa sui denti una volta bagnata dalla saliva. Albume interessante.
B) uovo sodo eccessivamente cotto, con quelle striature verdastre del solfuro di ferro che si viene sempre a formare quando un uovo sodo è cotto troppo a lungo
C) uovo crudo
D) ottima cottura solare, col tuorlo che diventa cremoso e l’albume che rimane molto morbido, ancora decisamente umido. Alcuni sostengon che avesse assorbito un po’ di salinità dalla sabbia
E) meno cotto del caso D, il rosso era più cremoso, ma altrettando edibile.
Commenti: il tegame di metallo richiede tempi di cotture molto più brevi della terrina in ceramica. La cottura en plein air resta ancora un azzardo, considerando poi che l’estate ha preso la svolta calante.
La Candy consiglia di provare nel tegame, la prossima volta, una frittata alle zucchine.
E’ una domenica pomeriggio, sei in spiaggia nella ZTR assolata, la MotoGP è già finita, al massimo gli obiettivi della giornata potrebbero essere un bagno, quattro chiacchere coi vicini e una birretta prima che cali il sole.
E invece all’improvviso proprio lì dietro la Tenda Rossa ti si presenta una sfida. Sembra facile … Dovrebbe essere facile. Ma vuoi che non ce la faccia a camminare per 4 metri su una corda tesa?!
Quei ragazzini giocano, ora gli faccio vedere io come si fa!
La pagella:
10 ad Albertino, ha ingannato tutti, col suo atteggiamento tra il divertito e il distratto per sdrammatizzare una reale tensione, sembrava che non ce l’avrebbe mai fatta, e invece …
10 alla Patty, cambia spesso gli occhiali, da quelli da sole agli occhialini da nuoto, ma senza mai arrendersi e con tigna ottiene la sua vittoria
10 al Milanese, non per avere raggiunto la meta per ultimo tra i grandi, ma per aver imparato, alla fine, a camminare sulla corda
7 a CoccoBelloCocco, si è messo in gioco con ironia, pur avendo poco tempo da perdere, lui che lavora di domenica
7 alla Francesca, ci prova senza impegnarsi troppo, senza far rumore, con classe
6+ all’Elisa e al Pezzi, ci provano, vedono che non fa per loro, loro che sono vincitori di ben altre sfide, e passano ad altro
5 all’Ada, accampa una serie di scuse per giustificare un’ingistificabile indolenza: prima deve farlo la zia, poi non dobbiamo guardarla, poi niente fotografie, ma non si muove
4 alla Bagnina, sperava di cavarsela con un sorriso a distanza, dovrebbe andare a ripetizioni da CoccoBelloCocco
4 a Tillo, gli è stata offerta un’altra possibilità per elevarsi, fare un step in avanti, e invece è rimasto quello che è: un cane
2 al Milanese, passi per le fibre naturali, passi per i tessuti fatti a mano su un telaio andino, ma quei mutandoni adamitici che uscivano dai bermuda erano inguardabili
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